
La Repubblica: “La strana second life dei nostri libri sui papi”
Rita Monaldi e Francesco Sorti raccontano il “mistero” dei loro thriller storici sul Vaticano: il primo uscì in Italia, poi sparì. E ora torna dopo il boom all’estero
Un morto sospetto, bava verdognola alla bocca, chiodi lunghi come palmi per inchiavardare porte e finestre della locanda, nel cuore della Città Santa. Sarà stata peste? Sarà veleno? Tutti in quarantena, intanto, poi si vedrà. Ombre di lucerna nei vicoli di Roma secentesca. E, dietro i legni sbarrati, il mistero e il complotto. Comincia così “Imprimatur”, e adesso provate voi a schiodarvi, altro che finestre. L’hanno scritto due italiani che vivono a Vienna, marito e moglie. Lei, Rita Monaldi, filologa. Lui, Francesco Sorti, musicologo. In Cina li conoscono benissimo, per non parlare della Germania, della Spagna o della Francia. Li hanno letti in coreano e macedone, thailandese e inglese ma in italiano no, perché da noi sono sconosciuti. Il loro primo romanzo, appunto Imprimatur, primo di una serie di sette thriller storici ambientati tra Seicento e Settecento, è di per sé un giallo: venne pubblicato nel 2002 da Mondadori, restò per qualche settimana sugli scaffali, il tempo di salire al quarto posto in classifica, poi scomparve. Cancellato, dimenticato e mai più ristampato… LEGGI LA RECENSIONE
La Repubblica – 08/09/2015
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3 Novembre 2015 at 09:40
Molto buono, ma siamo già legati con un contratto con un giallista notissimo e non possiamo inserire nuovi giallisti nella nostra produzione,